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Perché Rise? L'esperienza di Pietro Deavi

Innanzitutto raccontaci un po' di te.

Sono nato a Trento nel 2000 e come ogni buon Trentino mi sono appassionato fin da subito alla montagna e a questa fantastica terra. Ho frequentato il liceo delle scienze umane attraverso il quale ho vissuto tantissime esperienze che hanno arricchito le mie giornate. Il regalo più grande che ho ricevuto durante il periodo delle superiori è stata l'opportunità di fare un’esperienza all’estero in California durante la quale ho imparato la lingua e ho potuto viaggiare tantissimo. Ma gira e rigira il vento mi ha riportato sempre qui in Trentino in mezzo alle mie montagne.


Da dove viene tutta questa voglia di montagna?

Credo che questo entusiasmo e passione per la natura sia un valore che mi hanno trasmesso gli scout. Ad otto anni ho cominciato questo fantastico percorso che mi ha sempre trasmesso forti emozioni e regalato esperienze indimenticabili. Con il passare del tempo ho scoperto che una notte passata in vetta, il calore di un fuoco in una fredda mattina estiva, i colori dei pascoli alpini in primavera e la freschezza dell’acqua di un torrente di montagna sono cose che non si possono trovare nella caoticità della vita di tutti i giorni. Così nel 2017 ho iniziato ad andare in montagna sempre più spesso e poco alla volta mi sono creato un gruppo di amici con i quali poter condividere queste emozioni. Nel fare lo zaino ora dedico tutta la cura del mondo perché questo procedimento mi fa pregustare il momento nel quale sarò sul sentiero solitario e silenzioso a respirare i profumi dell’estate o a sentire il vento freddo tra i capelli durante i tramonti invernali.


Quindi la montagna diventa parte della tua quotidianeità, giusto?

Purtroppo non proprio, anche se quello sarebbe l'obbiettivo. Il venerdì pomeriggio, quando rientro a casa dopo una settimana passata dietro agli studi universitari, mi ritrovo affaticato dalla freneticità dei vari impegni che affollano le mie giornate. La vita cittadina mi costringe a dedicare tutte le mie energie in quello che faccio e le responsabilità e gli impegni spesso e volentieri mi portano lontano dai valori che ho imparato fin da piccolo, che mi hanno insegnato la mia famiglia e i miei amici. Ma è proprio in questi momenti di dubbio e difficoltà che capisco di dover tirare il fiato e staccare, trovando l’equilibrio e l’armonia lassù sulle cime dove questi problemi non esistono. Non fraintendetemi, staccare la spina e concedersi un momento per se stessi non è fuggire dalle proprie responsabilità, è invece una presa di coscienza nel capire i propri limiti e diventa un modo per riflettere e porsi nuovi obiettivi.


E come ti sei avvicinato al progetto di Rise?

A Gennaio del 2020 sono entrato a far parte del progetto, invitato da Matteo Andreatta, un grande amico con il quale da diverso tempo condividiamo la passione per la montagna e le sue bellezze. Sono entrato in Risexperience perché condivido i suoi valori e perchè credo che sia un progetto autentico e meritevole. Leggendo la proposta ho trovato diversi punti che anche a me stanno a cuore. Trasmettere ad altri ragazzi come noi valori come il rispetto dell’ambiente e del prossimo, la valorizzazione del territorio e della nostra cultura credo sia il metodo migliore per lasciare una traccia.



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